Autonomia differenziata delle Regioni: cosa aspettarsi per l’ambiente

Il nuovo Provvedimento, varato nottetempo 19 giugno 2024 dal Parlamento, consentirà alle Regioni a Statuto ordinario di avere maggiore autonomia e discrezionalità in materia della tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.

La tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, pur essendo di competenza esclusiva dello Stato, può essere infatti oggetto di autonomia regionale come previsto dall’articolo 116 della Costituzione.  Il timore diffuso rispetto al nuovo Ddl, tuttavia, risiede nel fatto oggettivo che la natura non segua i confini regionali e una gestione a ribasso potrebbe danneggiare gli habitat e ledere il diritto alla salute di tutti i cittadini, che vivano in una Regione o in un’altra.

Magra consolazione apportano i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, conditio sine qua non per l’attribuzione della maggiore autonomia.  Il Provvedimento, per certi versi, appare in contraddizione con la riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione che aveva posto la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi finalmente tra i principi fondamentali della Costituzione e aveva sancito il limite alle attività economiche a fronte della conservazione di specie e habitat.

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