Il 22 febbraio 2023 il Senato ha approvato la conversione del Decreto Legge 2/2023, che prevede l’eliminazione delle sanzioni interdittive ex Decreto Legislativo 231/2001 per gli stabilimenti considerati di interesse strategico nazionale. Ora il testo è stato inviato alla Camera per la successiva fase di esame.
Il Decreto Legge 2/2023 prevede anche alcune disposizioni per modificare il Decreto Legislativo 231/2021 in merito alle sanzioni amministrative applicate ai manager o ai dipendenti dell’Ente che commettono un reato nell’interesse o a vantaggio della società. Secondo il provvedimento, il Giudice ha l’obbligo di nominare un Commissario giudiziale per far continuare l’attività dell’Ente in questione per tutto il periodo di durata della sanzione interdittiva, anziché interrompere l’attività dell’Ente stesso.
In caso di ammissione dell’impresa all’amministrazione straordinaria dopo la commissione dei reati che comportano l’applicazione della sanzione interdittiva, la prosecuzione dell’attività sarà affidata al Commissario già nominato per la procedura di amministrazione straordinaria. La nomina del Commissario si applica anche se la sanzione interdittiva viene applicata come misura cautelare.
Inoltre, il provvedimento conferma anche le modifiche apportate all’articolo 17 del Decreto Legislativo 231/2001 riguardanti la non applicazione delle sanzioni interdittive per l’Ente in caso di risarcimento del danno ed eliminazione delle carenze organizzative (nonostante il Decreto Legislativo 231/2001 abbia già un tale meccanismo). Tuttavia, si stabilisce che le sanzioni interdittive non devono mai pregiudicare la continuità dell’attività degli stabilimenti considerati di interesse strategico nazionale, a condizione che vengano eliminate le carenze organizzative che hanno portato al reato, adottando un modello organizzativo idoneo a prevenire la commissione di reati simili a quelli verificatisi.
In conclusione, il modello organizzativo è considerato “idoneo” ai sensi di legge quando sono adottati provvedimenti che garantiscono, anche tramite modelli organizzativi, il giusto equilibrio tra le esigenze di continuità della produzione e la tutela della sicurezza sul lavoro, della salute e dell’ambiente, durante la procedura di riconoscimento dell’interesse strategico della società.