La settimana scorsa il Parlamento europeo ha approvato la propria posizione comune sulla riforma dell’Emissions Trading Scheme (EU-ETS) e sulla prossima introduzione della Carbon Border tax (CBAM), con la quale presentarsi ai negoziati con il Consiglio e con la Commissione UE, nel percorso cosiddetto trilogo – che è un percorso previsto dalla procedura legislativa dell’Unione europea (UE) che vede coinvolti rappresentanti degli organismi sopra indicati, adottato per raggiungere più rapidamente un accordo all’interno della procedura legislativa ordinaria.
Come ben sapete, il Green Deal UE ed in particolare la lotta ai cambiamenti climatici, è un tema prioritario per la UE, a maggior ragione per la particolare condizione climatica che ha caratterizzato questo mese di giugno. Il contesto energetico si è ulteriormente aggravato con la crisi ucraina e con le azioni in corso per svincolarsi dagli approvvigionamenti energetici dalla Russia; ciò ha determinato, tra l’altro, scelte di medio termine di alcuni paesi UE (tra cui anche il nostro) finalizzate ad aumentare la quota di produzione di energia elettrica da carbone, in modo da destinare maggiori quantità di gas alle riserve strategiche con le conseguenti proteste dei movimenti ambientalisti.
Pur considerando, quindi, che la posizione del Parlamento UE dovrà trovare un compromesso con le posizioni della Commissione, abbiamo ritenuto opportuno predisporre queste breve sintesi in modo che si possa inquadrare il contesto di riferimento entro cui si muoverà il negoziato, per contestualizzare il potenziale scenario in cui ci troveremo ad operare nei prossimi anni.
In sostanza, la posizione del Parlamento si sintetizza nei seguenti punti:
- Accelerare la decarbonizzazione dell’industria:
- Incrementare l’obiettivo della Commissione di ridurre le emissioni nei settori ETS dal 61% al 63% entro il 2030, rispetto al 2005;
- attraverso tagli una tantum delle quote in circolazione a livello UE e un parallelo aumento del fattore lineare di taglio al 4,4% fino alla fine del 2025 che sale al 4,5% dal 2026 e al 4,6% dal 2029;
- introdurre dal 2025 un sistema bonus-malus per incentivare i paesi più efficienti e premiare gli impianti più efficienti in un settore con quote gratuite aggiuntive; tra i requisiti:
- Attuare le raccomandazioni degli audit energetici;
- Implementare Sistemi di Gestione Energia certificati;
- Definire ed attuare Piani di decarbonizzazione;
- Incrementare l’obiettivo della Commissione di ridurre le emissioni nei settori ETS dal 61% al 63% entro il 2030, rispetto al 2005;
Le imprese che non adotteranno misure come quelle indicate potranno avere tagli parziali e/o totali delle assegnazioni gratuite;
- Estensione sistema ETS al trasposto marittimo (con potenziale impatto sui costi della logistica in ricezione e spedizione);
- applicare il meccanismo al 100% delle emissioni rotte intraeuropee a partire dal 2024 ed il 50% delle emissioni rotte extraeuropee da e verso l’UE a partire dal 2024 e fino alla fine del 2026;
- a partire dal 2027 applicare il meccanismo alle emissioni di tutti i viaggi fatte salve deroghe specifiche previste per i paesi terzi;
- ricomprendere oltre che le emissioni di CO2 anche altri inquinanti;
- utilizzare il 75% dei proventi vendita quote marittime per alimentare i Fondo per gli Oceani con cui finanziare la transizione energetica ed ambientale del trasporto marittimo UE;
- Graduale eliminazione delle assegnazioni gratuite a partire dal 2027 e loro completa eliminazione entro il 2032 (tre anni prima di quanto previsto dalla Commissione UE) per i settori produttivi interessati dalla introduzione del Carbon Border tax (CBAM); in particolare:
- riduzione delle assegnazioni gratuite al 93% nel 2027, all’84% nel 2028, al 69% nel 2029, al 50% nel 2030, al 25% nel 2031 ed a 0% nel 2032;
- proposta di estensione del meccanismo CBAM ai prodotti chimici organici, alla plastica , all’idrogeno ed all’NH3 oltre che alle emissioni indirette associate ai prodotti ricadenti
- Introduzione del sistema ETS II, dal 2024, per i carburanti utilizzati per il trasporto commerciale su strada (con potenziale impatto sui costi della logistica in ricezione e spedizione);
- uno dei temi più controversi prevede infatti che le aziende produttrici paghino un prezzo della CO2 associata a prodotti come carburante o olio combustibile, mentre i consumatori devono essere esentati;
- Introduzione del sistema ETS II, dal 2024, per i combustibili utilizzati per la gestione edifici commerciali (l’edilizia residenziale non sarà ricompresa prima del 2029);
- Includere tra le attività ETS, dal 2026, anche incenerimento dei Rifiuti urbani;
Come indicato, queste posizioni saranno oggetto di discussioni e compromessi nell’ambito del percorso di cui sopra; per questo motivo monitoreremo l’evolversi della situazione di cui vi daremo immediato riscontro, in modo da esaminare gli impatti negli scenari aziendali, oltre che rispondere a specifiche esigenze.